Coro Monte Peralba 1967-1977.
“Terra di acque pigre, quasi in sosta d'attesa davanti al mare. Terra di ricordi degli anni che hanno cambiato la storia: una guerra sulle sponde del fiume, confini dell'assurdo, follia degli uomini. Terra di gente buona, che sente il respiro fresco del mare di là degli ultimi filari di pioppi e guarda le montagne con sospiri d'amore. Poi il fascino delle città non lontane, con una dolce, rassegnata sottomissione alla nobiltà di Venezia. Ma questa gente ha una fierezza più antica della fatiscente nobiltà lagunare che si aggrappa alla campagna, fatta anche di canali e di nebbie, per curarsi la malinconia. Questi uomini dissodano la terra nei giri di stagione e trovano ancora, profondi e incancellabili, i segni di una civiltà che nemmeno le rabbie improvvise delle acque hanno fatto sprofondare nella dimenticanza. Ricordi vicini come ferite appena chiuse, soggezione educata dei contadini e saggezza di secoli: ecco i colori, i sapori, i profumi delicati che non stordiscono, ma incantano, di questa fetta di terra veneta dove il verde dei campi è un mare di speranza. Poi, le voci degli uomini che si tengono per mano, un girotondo senza memoria, l'eterna amicizia sorridente. In questo disco hanno mescolato anima e cuore, desideri e passioni. La fede convinta dei padri, i racconti degli anni terribili, la voglia di montagne lontane e indefinibili come leggende. Poi le gesta dei fratelli di là del mare, altri contadini poveri e indomabili; e ancora le acque, la terra intorno, le montagne più vicine: tutto questo nel tessuto ricamato dal vento che gonfia la pianura e porta lontano i confini del tempo. Bepi De Marzi. |