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Un Santo Bestemmiatore

 

       Un Santo Bestemmiatore

Purtroppo, quando si nasce vaccaro, la bestemmia la si ha nel sangue, o, come si usa dire oggi, nel Dna e il peggio è che anche le vacche c'è l'hanno cosicchè obbediscono agli ordini solo se accompagnati da sonore bestemmie. Nato in una famiglia di vaccari, Toni, un bravo giovanotto onesto, lavoratore, di buon carattere, non faceva purtroppo eccezione e nonostante le raccomandazioni che gli facevano ed i suoi buoni propositi, finiva sempre per ricascarci.

Il giovane parroco ce l'aveva messa tutta per estirpare quel peccataccio tanto diffuso in paese, dove l'allevamento del bestiame era fiorente ed aveva fatto ai suoi parrocchiani vaccari la seguente proposte: «Se una vacca non vuol saperne di tornare in stalla o durante l'alpeggio scappa su per la montagna, invece che tirar moccoli, pensate di far precedere i vostri ordini da un «Vivaddio», o da un «VivaMaria», o anche «Per tutti i Santi!» e vedrete che la mucca indisciplinata tornerà in riga anche senza bisogno di prendersela con il Padreterno, la Madonna o i Santi».
Toni ed altri suoi colleghi ci provarono, ma con esito disastroso: le bestie, obbedienti agli ordini accompagnati da turpi offese alla divinità, si mostrarono, al contrario, assolutamente indifferenti a quelli accompagnati da lodi alla medesima.
Per fortuna ad un certo punto Toni si innamorò, corrisposto, della Gina, una bella e brava ragazza la quale, però, gli pose un aut aut: o la smetti di bestemmiare, oppure di metter su casa con me non se ne parla neppure.
Allora Toni promise alla Gina, che gli piaceva un mondo, che tanto per cominciare, quando la bestemmia gli fosse scappata, subito, come antidoto, avrebbe fatto seguire una devota invocazione.
Così, come promesso alla peggior offesa indirizzata a Gesù Cristo faceva seguire immediatamente un «...che sempre sia lodato»; se, invece, se la prendeva con la Madonna che, poveretta, non c'entrava per niente, ecco, pronto un «...che Dio la benedica»; se, infine, l'invettiva era scagliata contro uno, o, più spesso, tutti i Santi del Paradiso, fioriva l'auspicio «che Dio li abbia sempre in gloria».
Ma le vacche, a questo punto, andarono in confusione perché gli ordini, accompagnati da consueti moccoli, ma addolciti dalle successive pie invocazioni non venivano più compresi e spesso facevano il contrario di quanto gli ordinavano per cui nella stalla del Toni, ove prima regnava l’ordine, l’indisciplina divenne sovrana.
Oltre a ciò, le mucche caddero in depressione ed a causa dello shock psicosomatico la resa del loro latte diminuì vistosamente.
Allora la Gina, vedendo a causa delle difficoltà economiche che Toni per la crisi latteriocasearia, allontanarsi la data delle nozze, gli disse con fermezza: «Finiamola una buona volta: alle tue mucche dì chiaramente cosa devono fare senza improperi e giaculatorie e vedrai che loro che sono meno tonte di quanto sembri, ti daranno retta».
Non si sa se per le preghiere della Gina e del parroco o per cos’altro, fatto sta che vacche, manzette e vitelli di fronte ad ordini precisi come «avanti, indrio, fora, dentro, ferma, cori, bevi, movite, magna» e simili senza alcun contorno, si ripresero dalla confusione, uscirono dalla depressione, la riproduzione del latte tornò a ritmi consueti, Toni finì di bestemmiare, sposò la Gina, e molti suoi colleghi vaccari che avevano seguito, con successo, la sua stessa politica con le proprie mandrie cessarono ogni offesa alle superiori Autorità Celesti.
«Anche un bestemmiatore convertito e che ne converte altri» pensò il buon parroco, «Con la fatica che fa per smettere e per l’esempio che dà, è un santo.
Come Toni, un Santo Bestemmiatore»

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